LEGALITA’ CI PIACE
Dodicesima edizione della Giornata nazionale di Confcommercio “Legalità, ci piace!”: nel 2024 a rischio 276mila posti di lavoro regolari, il 30% delle imprese ha percepito un peggioramento dei livelli di sicurezza. Sangalli: “Continuare a investire nella cultura della legalità”. Il sottosegretario Molteni: “L’asticella della sicurezza va tenuta alta”
Nel 2024 l’illegalità è costata alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 39,2 miliardi di euro e ha messo a rischio 276mila posti di lavoro regolari. Nel dettaglio, 10,3 miliardi di euro vengono dall’abusivismo commerciale, 7,4 miliardi dall’abusivismo nella ristorazione, 5,1 miliardi dalla contraffazione e 5,4 miliardi dal taccheggio. Ci sono poi 7,1 miliardi imputabili a ferimenti, assicurazioni e spese difensive, per chiudere con la cyber criminalità che ha inciso per 3,9 miliardi. I dati emergono dalla ricerca “Più sicurezza per territori, imprese e città”, realizzata dall’Ufficio Studi Confcommercio e presentata in occasione della dodicesima edizione della Giornata nazionale “Legalità, ci piace”, promossa dalla Confederazione per sostenere la cultura della legalità come condizione essenziale per lo sviluppo economico e sociale, presente il sottosegretario al Ministero dell’Interno, Nicola Molteni.
Dall’indagine emerge poi che il 30% delle imprese del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024. A partire dai furti, stimati in aumento dal 28% degli imprenditori (+4,5% rispetto al 2023), seguiti da atti di vandalismo e spaccate (25,4%, +4,3 punti) e dalle rapine (25,3%, +6,4%). L’usura, che negli ultimi anni era stato il crimine segnalato più in crescita, scende al 20,6% (-3,8%).
Sangalli: “continuare a investire nella cultura della legalità”
Quando si parla di sicurezza bisogna tenere presente che “non conta solo il dato ma anche come viene raccontato. Guardiamo la nostra ricerca: si dice che il 30% delle imprese del terziario percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024, ed è vero. Fa però un altro effetto notare che il 70% non percepisce un peggioramento”. E che “i dati percepiti, il cosiddetto ‘sentiment’ vanno sempre associati con i dati oggettivi. Per esempio, il reato violento per eccellenza, l’omicidio, è ormai in costante diminuzione in Italia in questi anni. Inoltre, rispetto al passato, c’è una propensione maggiore a denunciare”.
Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in occasione di “Legalità ci piace!”, ricordando poi per l’ennesima volta che “denunciare si può, si deve e conviene” e che l’aumento delle denunce “è un ottimo segnale che deriva anche da un clima generale a cui ha contribuito certo lo stesso Governo Meloni. Denunciare è infatti un sintomo di fiducia nello Stato e nelle sue possibilità di intervento”.
Sangalli ha poi proseguito sottolineando che “legalità e sicurezza sono di certo strettamente legate, ma non sono la stessa cosa”. La prima è “il rispetto delle regole condivise che garantiscono diritti, doveri e libertà individuali e collettive. È il fondamento su cui si basa la convivenza civile e il presupposto perché ogni cittadino possa sentirsi tutelato e riconosciuto all’interno della comunità”. La seconda è invece “la condizione che consente a ogni persona di vivere, lavorare, muoversi ed esprimersi in libertà senza timore di subire violenze, soprusi o ingiustizie”.
Per cambiare, in tema di legalità e di sicurezza, “il primo passo è la consapevolezza. Noi riteniamo in particolare – ha proseguito il presidente di Confcommercio – che ci siano due grandi aree sulle quali intervenire, una ‘micro’ e l’altra ‘macro’”. La prima prevede azioni a livello locale che possono avere il maggior impatto sui reati predatori (come rapine, furti e spaccio) e di contrasto alle baby gang, oltre al sostegno alle imprese nei maggiori investimenti che stanno affrontando per prevenire i rischi, dotandosi, ad esempio, di sistemi di video sorveglianza”.
La seconda è “continuare ad investire nella cultura della legalità. L’istruzione, la conoscenza, la condivisione su questi temi determinano infatti la consapevolezza, spezzano le solitudini, animano il cambiamento. La cultura della legalità è il terreno su cui germoglia il senso di comunità: senza il rispetto delle regole condivise, nessuna libertà è possibile, nessuna sicurezza è reale”. “Senza il rispetto delle regole condivise, nessun futuro è quello che speriamo, quello che vogliamo, quello che, appunto, ‘ci piace’, come la legalità”, ha concluso Sangalli.
Le proposte di Confcommercio
A illustrarle è stata Patrizia Di Dio, vicepresidente con delega alla Legalità e alla Sicurezza. Sono indicazioni che vanno “nella direzione di rafforzare la legalità e la sicurezza all’interno del Paese”. Eccole: aumento delle varie modalità della Polizia di prossimità; contrasto all’abusivismo e alla contraffazione tramite un rafforzamento del controllo del territorio da parte delle Amministrazioni locali e delle Forze dell’Ordine; coinvolgimento delle Associazioni di categoria nelle sedute dei comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica; sostegno alle imprese per i maggiori investimenti che stanno affrontando per prevenire i rischi, dotandosi di nuovi e ulteriori sistemi di sicurezza; completamento della diffusione del numero unico di soccorso 112 su tutto il territorio nazionale.
Molteni: “L’asticella della sicurezza va tenuta alta”
Il sottosegretario al Ministero dell’Interno, Nicola Molteni, ha sottolineato che libertà, sicurezza e legalità sono la precondizione per la crescita economica di un Paese. Molteni ha osservato che l’indagine di Confcommercio rappresenta, per chi ha responsabilità di governo, un suggerimento molto utile per trovare soluzioni pragmatiche, senza ideologie. Ha aggiunto che c’è un’aspettativa di sicurezza molto alta da parte dei cittadini e della comunità, alla quale il governo è tenuto a dare risposte. “L’asticella della sicurezza va tenuta alta”, ha affermato, evidenziando come oggi ci si debba confrontare anche con il tema della cybersicurezza. “Io definisco sempre la sicurezza come un patto sociale tra istituzioni, enti locali e associazioni”, ha dichiarato Molteni, precisando che la parte principale, ovviamente, la deve fare lo Stato. Ha ribadito che bisogna costruire la sicurezza dal basso, con la cooperazione e il coordinamento.
Molteni ha inoltre sottolineato la necessità di un’attività di prevenzione sociale, osservando che la criminalità minorile è oggi un problema molto serio. Secondo il sottosegretario, “fenomeni come questo si combattono anche con la diffusione della cultura della legalità”. Ha poi indicato tra le priorità il rafforzamento degli organici, la difesa dei presìdi di sicurezza e l’ampliamento dei sistemi di videosorveglianza. Ha tenuto a precisare che la sicurezza non può essere considerata un costo sociale.