Sul Quotidiano Nazionale iI presidente di Confcommercio promuove l’impianto generale e gli obiettivi: “ora serve un confronto strutturato e continuo con le parti sociali”. “Le scelte in materia di Irpef e Ires potranno favorire il reinvestimento degli utili in azienda”.
I sindacati, con Maurizio Landini, evocano lo sciopero generale contro la riforma fiscale del governo. E voi come la giudicate?
«Bene l’impianto generale e gli obiettivi che la riforma si propone di perseguire – avvisa Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio – Mi riferisco all’impulso alla crescita attraverso la riduzione del carico impositivo, al contrasto di evasione ed elusione, alla semplificazione degli adempimenti, alla certezza del diritto. Sono obiettivi ambiziosi ma fondamentali che rendono lungo e complesso il percorso di riforma. Anche nella prospettiva dei ventiquattro mesi previsti per l’adozione dei decreti legislativi di attuazione dei principi di delega. Per questo, serve un confronto strutturato e continuo con le parti sociali».
Quali aspetti del riassetto complessivo considerate con più favore?
«Sul versante dei redditi d’impresa, le scelte in materia di Irpef e Ires vanno nella giusta direzione che è quella di favorire il reinvestimento degli utili in azienda, promuovendo la capitalizzazione delle imprese e premiando costruzione di nuova occupazione e investimenti a sostegno dell’innovazione. Condizioni indispensabili per riavviare la crescita della produttività nel nostro Paese e costruire un’Italia più attiva».
In gioco c’è anche la riduzione dell’Irpef.
«Certo. E va nella direzione accennata anche una riforma dell’Irpef secondo progressività ed equità orizzontale. In particolare, si tratta di misurarsi con la riduzione delle aliquote e degli scaglioni di reddito, ma anche con una progressiva estensione dell’aliquota unica accompagnata da una accorta rivisitazione di detrazioni e deduzioni».
C’è chi osserva che l’intervento su deduzioni e detrazioni potrebbe ridurre o annullare il taglio delle tasse.
«La revisione delle agevolazioni fiscali dovrà concorrere alla sostenibilità della riforma. Ma serve una valutazione generale e attenta alla loro utilità sociale e per non indebolire alcuni settori produttivi fondamentali per la crescita economica».
La revisione toccherà anche la cosiddetta fiscalità green: che cosa vi attendete? O che cosa vi preoccupa?
«Da tempo sosteniamo la necessità di un approccio che tenga insieme sostenibilità ambientale, economica e sociale. E questo vale anche in materia di fiscalità green e con particolare riferimento all’accisa sui prodotti energetici e sull’energia elettrica. In altre parole, la riforma dovrebbe puntare a ridurre i differenziali tra i livelli minimi di tassazione stabiliti in sede europea e quelli – più alti – praticati nel nostro Paese. Al contempo, andranno preservate misure indispensabili per la competitività delle nostre imprese dei trasporti».
Quali altre criticità o rischi individuate?
«Vanno anzitutto ben valutati gli impatti redistributivi della sovraimposta Ires prevista nell’ambito del processo di graduale superamento dell’Irap. Sull’Iva la razionalizzazione del numero e della misura delle aliquote non deve certo condurre ad un incremento complessivo della tassazione indiretta su beni e servizi. Naturalmente, va bene la cedolare secca anche per le locazioni commerciali a condizione, però, che si traduca in un contenimento dei canoni a carico dei conduttori».