FEDERMODA: SERVONO MISURE SHOCK PER IL SETTORE ABBIGLIAMENTO
“Per la crisi dei negozi di moda, che rischiano una vera e propria “apocalisse” servono misure shock perché noi abbiamo comprato la merce esposta oggi, 10 mesi fa, e quindi, nel caso della
collezione invernale addirittura prima della diffusione della pandemia, a gennaio-febbraio dell’anno scorso. Infatti ora, tra gennaio e febbraio, partiranno gli ordini per la nuova collezione 2021-2022″.
E’ quanto denuncia il segretario generale di Federmoda-Confcommercio Massimo Torti che, in rappresentanza di un settore che conta in Italia 109 mila punti vendita, chiede di detassare i magazzini dei negozi di abbigliamento e indennizzi equi rapportati alle perdite di fatturato. Federmoda chiede dunque “la detassazione dei magazzini con un contributo in credito d’imposta del 30% delle rimanenze per la vecchia collezione sia per la Primavera-Estate scorsa sia per quello che ci rimarrà di questo inverno, che si teme di non riuscire a vendere neanche in saldo: in quanto tra smart working, assenza totale di turisti e con i ristoranti, i musei, i cinema chiusi, quindi senza più occasioni di incontro, chi è che sente la necessità di cambiarsi, di acquistare un nuovo vestito?” rimarca Torti. E i dati lo confermano, perché i prodotti più acquistati in questo periodo sono stati felpe e tute ed inoltre gli acquisti online sono aumentati del 50% a novembre (dati Istat). “Noi ci troviamo ad aver acquistato prima un prodotto di moda che se non viene venduto è suscettibile a un notevole deprezzamento” precisa Torti.
“I negozi di abbigliamento hanno venduto pochissimo nel secondo lockdown a novembre e a dicembre ma lo sgambetto finale è stato durante le feste natalizie e adesso c’è molta apprensione per la stagione dei saldi“. Inoltre, Federmoda chiede “un indennizzo equo per tutti i negozi di moda, rapportato alle effettive perdite di fatturato perché si parla tanto dei ristori ma della moda non parla nessuno. Il governo deve pensare che siamo un settore fondamentale che viene dopo la metalmeccanica – aggiunge Torti – se non abbiamo liquidità per far fronte alle nuove collezioni che dovremo comprare e abbiamo solo dei costi si assisterà davvero all’apocalisse del fashion retail”.