AUMENTARE L’IVA COSTEREBBE 382 EURO DI MAGGIORI TASSE A TESTA
Secondo l’Ufficio Studi Confcommercio, se da gennaio ci sarà l’aumento dell’imposta ogni italiano pagherà quasi 400 euro di tasse in più. Se scatterà tutto l’aumento previsto dalle clausole di salvaguardia dell’ultima
legge di Bilancio, l’aggravio sarà di 889 euro a famiglia.
“La fiducia di famiglie e imprese sta calando anche perché nel dibattito pubblico, abbastanza confuso, c’è questo macigno delle clausole di salvaguardia. Vanno disinnescate subito e con chiarezza individuando le risorse per fare questa operazione.
Aumentare l’Iva significa aumentare le tasse e deve essere chiaro a tutti che famiglie e imprese non potrebbero sopportare un ulteriore aumento delle tasse in una fase economica in cui i consumi sono sostanzialmente fermi”: così il vicepresidente vicario di Confcommercio, Lino Stoppani, sul dibattito in corso sulle ipotesi di aumento delle aliquote Iva.
Sul tema è intervenuta anche R.ETE. (Rappresentanza E TErritorio) Imprese Italia, l’Associazione che nasce dal Patto tra Confcommercio, Casartigiani, CNA, Confesercenti e Confartigianato.
“Nella situazione attuale, un aumento dell’aliquota Iva sui beni di consumo provocherebbe un aumento dei prezzi che, anche ipotizzando un parziale assorbimento da parte delle imprese, avrebbe un rilevante impatto sui consumi delle famiglie. Pertanto, la completa disattivazione delle clausole sulle imposte indirette, e la loro sostituzione con salvaguardie basate su riduzioni di spesa, resta un obiettivo ineludibile che richiede un impegno immediato”.
E per quanto riguarda la flat tax “è necessaria un’organica estensione della flat tax a tutti i soggetti Irpef, ma che sia rispettosa però dei vincoli costituzionali sulla progressività: solo una riforma completa ed organica della tassazione del reddito d’impresa soggetto ad Irpef evita forme di concorrenza fiscale fra imprese, determinate unicamente dalla natura giuridica o dalla dimensione aziendale”.